Agli inizi di dicembre 1944 la Val d’Arda viene investita in pieno dalla forza d’urto del rastrellamento, ma gli uomini di Prati riescono a mettere in atto un’efficace tattica difensiva, per proteggere la zona libera e i suoi abitanti.
Per ben tre volte la Val d’Arda ha respinto gli attacchi e rimarrà per un po’ l’unica zona libera del piacentino, oltre all’alta Val Nure dove i rastrellatori, stanziati a Bettola, non si spingono se non per brevi puntate. La snervante attesa dell’inevitabile attacco fiale – in grado di piegare definitivamente la Resistenza piacentina – terminerà il 6 gennaio 1945, quando reparti nazifascisti equipaggiati appositamente per i combattimenti invernali si abbatteranno sulla zona, occupandola in pochi giorni nonostante la forte resistenza opposta anche questa volta dalle brigate della Val d’Arda in ogni settore dei combattimenti.