Tra l‘estate e l’autunno del ’44, la 38a Brigata Garibaldi, comandata da Giuseppe Prati, gestirà una zona molto ampia, che verrà detta la “Zona Libera di Val d’Arda” comprendente i comuni di Vernasca, Lugagnano, Morfasso e Gropparello e che sarà delimitata da confini controllati.
La situazione consentirà ai partigiani di attaccare i presidi nazifascisti dei paesi di pianura e di respingere gli attacchi nazimongoli che si susseguiranno dal novembre ‘44, sotto il nome di grande rastrellamento invernale.
Le valli occidentali delle Valli Tidone e Trebbia sono le prime ad essere attaccate dalle forze nazi – mongole, poi è il turno di Bettola, che viene occupata il 2 dicembre.
Il 4 dicembre, a Passo dei Guselli, valico a cavallo tra la Val d’Arda e la Val Chero, le truppe tedesche e i militi della Guardia Nazionale Repubblicana tendono un’imboscata ai partigiani che causa 34 morti.
Pochi giorni dopo, il 6 dicembre, i distaccamenti della 38a e della 62a Brigata, riescono a fermare l’avanzata di una colonna di uomini e mezzi che muoveva da Castell’Arquato verso Lugagnano.
Dopo aver rioccupato tutto il settore centro-occidentale, l’avanzata nazimongola si ferma per un mese, fino al 6 gennaio del 1945, quando i nazifascisti sferrano l’attacco finale. Il 7 gennaio 1945 prima a Prato Barbieri e poi a Rocchetta avvengono i primi scontri, vani i tentativi di proteggere Morfasso che viene rioccupata.
Così le forze nazimongole piegano le brigate partigiane della Val d’Arda, lasciando dietro di sé morte e devastazione e mettendo fine alla “Zona Libera di Val d’Arda”.
Ascolta la descrizione degli eventi collegati scaricando l’audioguida del Sentiero della Libertà 4. Passo dei Guselli – Rocchetta – Morfasso