8 agosto 1944: l’eccidio di Vernasca

L’eccidio di Vernasca trae origine da un’imboscata partigiana ai danni di tre soldati tedeschi, portata a termine l’8 luglio 1944. I tre militari stavano mangiando presso un cascinale a Sud dell’abitato di Vernasca, in località Case Rivi, quando ignoti lanciarono all’interno dell’edificio una bomba a mano.

A seguito dell’esplosione, due soldati persero la vita, mentre la testimonianza del terzo pose le basi per la rappresaglia dei tedeschi, che ebbe inizio un mese dopo. Fu proprio l’8 agosto 1944 che Cesare Rivi, un civile di 57 anni che ebbe la sola sventura di essere il proprietario della cascina in cui l’attentato ebbe luogo, venne fucilato pubblicamente nella piazza principale del paese, mentre l’edificio fu dato alle fiamme. Contemporaneamente, le mitragliatrici falciarono dei contadini e braccianti intenti alla mietitura del grano in località Gaiosi. In questa azione di rappresaglia persero la vita Matteo Rossetti, di 57 anni, Ettore Malvermi, 66 anni, e il piccolo Livio Malverni, di 9 anni.

Vennero inoltre incendiate la casa della famiglia Ferdenzi in località Alessandroni e il cascinale della famiglia Ferretti in località Vitalta.

 

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