Nel 1952 l’Ente provinciale per il Turismo di Piacenza finanziò importanti interventi per l’area archeologica di Veleia, dopo alcuni anni di abbandono. In particolare, vennero parzialmente ristrutturate e ricostruite alcune colonne del Foro e venne parzialmente restaurata la piazza. Tra il 1953 e il 1954, infine, si procedette al restauro del Foro, della Basilica e del cosiddetto Anfiteatro; inoltre, oltre alla piantumazione di alcune essenze arboree e si costruì il nuovo Antiquarium.
Il 30 maggio del 1954 l’Ente provinciale per il Turismo di Piacenza, per l’inaugurazione dei lavori per l’area archeologica, pensò e realizzò un’articolata azione teatrale all’interno dell’area, intitolata “Quadri di vita romana sul Foro in Veleia”.
L’azione inizia con quattro bucintori in costume che con le loro trombe annunciano l’inizio dell’imminente rappresentazione, richiamando alcuni milites che si dispongono lungo il perimetro del Foro; gradualmente questo si riempie di persone in costume che simulano una giornata di vita quotidiana: ragazzi che giocano a palla, esattori che riscuotono tributi, mercanti con i loro prodotti, qualche mendicante, e altre scene di vita del periodo.
All’improvviso, uno squillo di tromba annuncia l’inizio del rito propiziatorio che le Vestali eseguiranno in onore del dio Giove. La sacerdotessa esce dal tempio con il bacile che contiene il Fuoco Sacro, seguito dalle Vestali, mentre si alza la musica che segna l’inizio della danza propiziatrice; l’accensione dell’incenso segna la fine della danza, con il ritorno delle Vestali al Tempio.
Di seguito, un centurione avvisa la folla dell’arrivo di Baebia Bassilla, che assisterà agli spettacoli. La giovane matrona romana era particolarmente amata a Veleia per la donazione, a proprie spese, un importante ambiente porticato della basilica, il calchidicum. Il corteo di Baebia Bassilla attraversa il Foro: quattro centurioni scortano la sfarzosa portantina, retta da quattro schiavi ed accompagnata da tre matrone, fino ad un tronetto, dal quale assisterà ad uno spettacolo in suo onore.
Lo spettacolo inizia con la Danza dei Faunetti, dieci ragazzini ricoperti da pelli di leopardo che eseguono una danza gioiosa e selvaggia, per poi appoggiarsi stanchi ai piedi di Baebia Bassilla; prosegue con la Declamazione da parte di un poeta di un Carme in suo onore, che invoca la benedizione delle divinità romane sia per la grandezza di Roma sia per la felicità di Bassilla; il poeta, finita la declamazione, si avvicina al tronetto e porge in dono il carme appena declamato.
Ma la festa procede con ritmo serrato: tocca ora al pancratium, un coinvolgente incontro di lotta greco – romana; sul tappeto steso dagli schiavi di fronte a Bassilla si affrontano i lottatori, dopo aver posto ai suoi piedi le palme d’oro. Due giovani si affrontano gagliardamente per tre riprese, così come una coppia di lottatori più anziani. A tutti, per il valore dimostrato, viene restituita la palma d’oro da parte di Bessilla.
Lo spettacolo in onore di Baeba Bassilla continua con la Danza della Primavera; un folto gruppo di giovani danzatrici arriva nella piazza del Foro dal Ginnasio, portando con sé canestri ricolmi di fiori per omaggiare Bassilla. La Danza prosegue con grazia e sapienza, i veli dei costumi delle ballerine volteggiano con armonia; il balletto si conclude con le danzatrici che circondano Bessilla in un ampio abbraccio.
La festa sta per concludersi: Bebia Bassilla scende dal tronetto, si riaccomoda sulla portantina e prende la via del ritorno, così come tutte le figure che hanno animato una giornata indimenticabile per l’antica città di Veleia.